martedì 10 maggio 2016


Soriano sentiva che una mano passava sulla sua testa. Sollevò lo sguardo e vide la ragazza magra che lo toccava senza guardarlo. Sorrise e si addormentò lentamente. Il detective guardava il suo compagno e la bionda. La pistola gli dava fastidio e la lasciò sull'erba. Aveva freddo e si infilò la giacca. Chiuse gli occhi. Sognò qualcosa che poi non avrebbe ricordato. Fuori del bosco cominciava a far giorno. Un rumore svegliò Marlowe, che istintivamente afferrò l'arma. Due metri più in là, Soriano e la ragazza erano abbracciati. Si erano tolti gli abiti e facevano un rumore leggero, inutilmente furtivo. Il negro era steso contro un albero e arrotolava una sigaretta. Guardava il bosco. Alla fine, i suoi occhi incontrarono quelli del detective. Marlowe chiuse ancora una volta le palpebre. Sorrise, ma sentiva uno strano peso sullo stomaco. Si alzò. Il negro gli passò la sigaretta. Il detective aspirò un paio di boccate e gliela restituì. Fumarono in silenzio; guardavano il fuoco. Marlowe sentì che né le gambe né le braccia gli rispondevano più. Vide il negro con le ali da vampiro. Avvertì una caduta nella tensione dei muscoli e pensò vagamente alla morte. Si toccò la faccia. Un paesaggio vasto e desolato lo assobriva. I suoi occhi affioravano in mezzo a quel deserto e non riuscivano a vedere altro che il negro con le sue ali da vampiro. Marlowe si sentì immobile, teso selvaggio, terribile, ma inutile. Soriano gli si avvicinò. Lo vide abbandonarsi sull'erba, in mutande, anche se con la giacca indosso.
- Salve, amico, - disse il detective con la voce impastata: - sono ancora vivo.

Osvaldo Soriano, Triste, solitario y final


https://www.youtube.com/watch?v=1NVZ_rruDBo


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