venerdì 26 febbraio 2016

"Tutto è noi e noi siamo tutto; ma a che serve questo, se tutto è niente? Un raggio di sole, una nuvola il cui passaggio è rivelato da un'improvvisa ombra, una brezza che si leva, il silenzio che segue quando essa cessa, qualche volto, qualche voce, il riso casuale fra le voci che parlano: e poi la notte nella quale emergono senza senso i geroglifici infranti delle stelle."

Fernando Pessoa
 Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares


http://youtu.be/7cKEy0BFfQw



venerdì 19 febbraio 2016

come non assomigliare a nessuno essendo tutti noi

 https://www.youtube.com/watch?v=qg9PxSGFwfI&list=PLzs5q16Ojdcv2kqNpmPOWKBW-Y7yebOou


domenica 14 febbraio 2016

"Il vecchio tabellone degli orari oscillava, imbragato dai cavi, scendendo verso il carrelloq trasportatore che lo avrebbe sgomberato da li`. Marpio pensò che non avrebbe più visto lo spettacolo delle parole che si formavano e si distruggevano in quel modo così folle sulle righe del tabellone ferroviario. Addio, lettere ciclomotorie. Inquietudine di palpebre cifrate, addio. Come funzionava, il vecchio tabellone elettromeccanico? Cercò di visualizzarlo nella mente. Non è facile descriverlo, ma noi parole possiamo impegnarci. Sono le sfide che preferiamo.
[ davvero? Fareste questo per me?]
Il prezzo da pagare è rallentare ancora di più il racconto.
[ Anche volendo, io non posso annoiarmi. Per me ogni indizio che mi faccia capire com`è fatto il mondo è avvincente, voglio sapere che cosa si prova a esisterci dentro.]
Quando una riga di informazioni del tabellone scadeva perché il treno a cui si riferiva era partito, le lettere chinavano il capo, si ripiegavano in un`improvvisa isteria rotatoria. Il nome della città impazziva di colpo, si metteva a vorticare, in un frullare di girelli da biliardino. La nuova destinazione del treno cominciava ad affacciarsi, per gradi: il nome della città non compariva mai intero subito, ma un po per volta, senza criterio, sfrenatamente. Prima di essere scritta del tutto, la parola-capolinea doveva farsi strada in una grandine alfanumerica, districandosi fra accrocchi verbali inesistenti, fugacissimi. L`occhio di chi leggeva riusciva a cogliere per un istante sequenze assurde, codici fiscali, captcha digitali, password di siti generate in automatico da secure server per pagamenti con carte di credito online: W08SQP4GHA3, e poi G4FKK290DZC, e poi 8YR5QSMM7QQ. Qualche lettera sparuta si assestava, si fermava prima delle altre, restava da sola in piedi, in piena grandinata, cercando di resistere spalle al muro, per contrastare la spinta del crollo. A poco a poco le lettere componevano il nome di una città: ma in che modo, in che modo! Per qualche secondo la destinazione del treno era appena accennata da un`unica lettera fissa: eccola, la lettera A, si ergeva fra le betoniere alfabetiche che giravano a tutta birra: | frr | frr | frr | A | frr | frr | frr |. Qualche istante dopo, la città era diventata un Po meno ipotetica, già supponibile, | T | frr | frr | A | frr | frr | frr | ,stava venendo alla luce, ancora intaccata da un paio di carie frenetiche. , | T | frr | R | A | frr | T | O |. Finalmente trovava pace nella sua meta, si riposava sul nome della destinazione: Taranto. Ma che frana di rubamazzetti, che fremito di elitre, che frinire d`abici` quando non solo una destinazione, ma tutto quanto il tabellone veniva aggiornato per intero! Allora il collasso di vorticazioni era totale, il panico della lingua scrosciava: l`indicibile appariva, misteriosamente tutto-detto."

Il brevetto del geco (Tiziano Scarpa)

 http://www.chewbakka.com/wp-content/uploads/audio/Arthur%20Lyman%20-%20Yellow%20Bird.mp3



mercoledì 10 febbraio 2016

Non c'è maggior consolazione di quella della desolazione, come non c'è speranza più attiva di quella dei disperati.

Miguel de Unamuno

http://youtu.be/8gJUVPGP3eQ

lunedì 1 febbraio 2016

"Dio ha inventato prima il viaggiopoi il dubbiopoi la nostalgia."

(Harvey Keitel)

"Lo sguardo di Ulisse"